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Le emozioni e i percorsi di cura

“Paura, rabbia, noia sono sentimenti ed eCopertina libro La paura, la noia, la rabbia.mozioni che si rincorrono e si sovrappongono nel lavoro di comunità, possono paralizzare ma nello stesso tempo, se ascoltate e riconosciute, possono diventare lo spunto per passaggi evolutivi significativi.”

L’articolo dal titolo “La rabbia, la paura e la noia tra teoria ed esperienza” è pubblicato in M. De Crescente (a cura di), La paura, la noia, la rabbia: contenimento, regolazione, trasformazione delle emozioni nei percorsi delle comunità terapeutiche, Roma, Alpes, 2017.

Il libro raccoglie i contributi presentati durante la Tavola rotonda organizzata dall’Associazione Mito & Realtà a Montefiascone  del 7 novembre 2015 a Montefiascone (VT), un appuntamento annuale di approfondimento e confronto tra le comunità terapeutiche associate a Mito & Realtà. In questa edizione è stato affrontato il tema della presenza delle emozioni nei percorsi delle comunità terapeutiche, le implicazioni che coinvolgono gli ospiti e l’equipe nei processi di cura e trasformativi dell’esperienza.

Nel libro è pubblicato il mio contributo, integrato ed esteso con ulteriori spunti e riflessioni nato dall’esperienza di direzione di una cooperativa che gestisce gruppi appartamento per persone seguite dai servizi psichiatrici. Riferimenti teorici ed esperienze personali si intrecciano e sono occasione per ripercorrere e riflettere sul coinvolgimento e la particolarità della relazione di cura in comunità.

“Il discorso della paura storicamente è sempre esistito accanto a quello sulla follia perché ciò che è imprevedibile spaventa. Tollerare l’incertezza, ciò che è diverso, misterioso ed estraneo obbliga a mettersi in discussione e porta ad accettare che non esiste la certezza assoluta del controllo di ciò che accade. Gli stessi operatori affrontano e superano il problema della paura quotidianamente con i pazienti psicotici. Di fronte alla crisi aggressiva e violenta di una psicosi scompensata si ha paura, si assiste alla manifestazione di una rabbia che si fa cieca, in cui le fantasie di onnipotenza, i meccanismi invidiosi e di distruzione esplodono in modo devastante. Ma se si riesce a leggere il significato disperante di questi accessi di aggressività allora si può comprendere quanto sia tragica la risposta di isolamento e preclusione dalla realtà che il paziente può ricevere e che lo lascerebbero solo con le proprie fantasie onnipotenti e distruttive. Ma non è neppure facile dettare le ricette di un corretto intervento da seguire in questi casi, poiché le situazioni sono diverse e molteplici proprio per la variabilità delle vicende personali e dei singoli vissuti di sofferenza. In questi casi la risposta che deve arrivare al paziente è che si cerca di comprendere la causa della sua disperazione, che le sue fantasie non possono diventare realtà, che l’ambiente che lo circonda riesce a contenere la sua rabbia e non gli si rivolgerà contro cercando a sua volta di distruggerlo, o annientarlo, o allontanarlo. Da solo il paziente è abbandonato alle proprie fantasie; occorre dunque che la risposta sia quanto più immediata possibile nel momento in cui la persona è preda delle crisi di angoscia e abbandonata alla disperazione profonda della condizione psicotica. La comunità, nel proteggere il paziente, risponde anche all’esigenza di chiudere all’esterno; tuttavia essa deve anche ricevere, aprirsi, secondo i tempi e i modi che rispettino la sensibilità del soggetto psicotico. È questa la pratica dell’ascolto, del rispetto della persona, della sua possibilità di capire e di interagire. Al termine di una sua intervista in cui parlava della malattia mentale, Borgna esprimendo un suo desiderio diceva “Vorrei che non ci fossero più giorni muti e senza parole. Vorrei che anche quando il silenzio avvolgesse le nostre vite esso avesse la forma della dignità e non dell’indifferenza”[1].”

[1]     E. Borgna, Eugenio Borgna. L’anima non guarisce mai del tutto le resta sempre accanto un’ombra, “Repubblica.it, Cultura, Intervista”, 26 maggio 2014, http://www.repubblica.it/cultura/2014/05/26/news/eugenio_borgna_l_anima_non_guarisce_mai_del_tutto_le_resta_sempre_accanto_un_ombra-87258672/?ref=fb, consultato il 31 agosto 2015.

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